Si legge in “R.it Scienze”, per gentile linkaggio di una valente
psicoterapeuta in FB, qualcosa sulla fisiologia e non solo del … pessimismo, ovvero:
«C'è un piccolo spazio nel nostro cervello, una parte evolutivamente
"antica", dove pessimismo, sensazioni negative e umore cupo tendono a
essere predominanti. A mappare questi processi è una ricerca dell'University
College di Londra pubblicata sui Proceedings of the National Academy of
Sciences. Lo studio dimostra per la prima volta che l'abenula, una piccola
regione triangolare dell'epitalamo, è la zona del cervello dove vengono
elaborati i pensieri negativi sugli eventi futuri. Una sorta di
"motore" del pessimismo che si mette in moto davanti a determinate
situazioni. Grazie alla risonanza magnetica del cervello di 23 volontari sani,
i ricercatori hanno verificato come l'abenula si attivi in risposta alle
immagini associate a scosse elettriche dolorose. Mentre non "lavora"
quando ai volontari sono stati sottoposti scenari più rassicuranti. Precedenti
studi sugli animali hanno rilevato che l'attività dell'abenula sopprime la
dopamina, il neurotrasmettitore prodotto dal cervello in risposta a stimoli
piacevoli».
Ora io mi domando: Voltaire o Leopardi possono essere
spiegati così? Ovvero: dov'è che l'animo cessa di essere influenzabile, o il
pensiero sorprendente, a causa del corpo, dal quale pure essi non possono non
dipendere? - Certo che in un'epoca d'Intelligenza Artificiale certi interrogativi possono ritenersi d'obbligo. -
E poi mi chiedo: potrei essere io “pessimista” pur in
presenza di condizioni di vita piacevoli e non dolorose o stressanti? E ancora:
chi giudica pessimistici i miei pensieri o le mie previsioni sul futuro, con
quale attendibilità si esprime? Poiché certo non basta che egli mi dia la sua
nozione di pessimismo… magari senza darmene una del principio di realtà o del
famoso motto: verum ipsum factum.
Faccio un esempio: se 99 volte su cento non ce la faccio a
correre i 100 m. piani in meno di 12 secondi, sarebbe pessimistico da parte mia
affermare di non credere proprio di farcela ad abbassare 20 volte su cento quel
tempo di percorrenza?
Inoltre: il razionalismo materialistico al quale Leopardi attinse a piene mani per la sua filosofia (Zibaldone e Operette morali) fu forse
conseguenza di circostanze storiche negative per la Francia? Certo la cosa
meriterebbe comunque un approfondimento, se non altro per curiosità; ma è pur
vero che negare l’esistenza di Dio non è necessariamente un dato pessimistico. E
lo si potrebbe definire un dato matematico, o geometrico…
Alle volte però è in circostanze difficilissime e
dolorosissime che vien fuori una incredibile volontà e forza di fare; e insomma
una fede nel futuro e nelle possibilità personali e non solo.
Mentre magari avviene che quando tutto volge al meglio io
sia prudente e raffreddi l'animo mio e di chi mi osserva dicendo che quella situazione non è certo la
regola.
Dunque dopo la ghiandola pineale di cartesiana memoria la
abenula; quel che capisco è che
agire su queste parti minuscole della zona cerebrale val bene una guarigione magari
dallo stato depressivo. Ma credo anche che così l’anima si frammenti nuovamente, che si debbano un po’ riconsiderare i
meccanismi di rimozione e che è forse strano ma attualmente sembra esserci
ancora qualcosa che il corpo non spiega facilmente, quale appunto il pessimismo
cosiddetto. E insomma ogniqualvolta si fanno scoperte sulle virtù psichiche del nostro corpo si ripropone necessariamente la famosa 'scommessa' di Cartesio.
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