giovedì 22 agosto 2013

Scrittura (e lettura)




La "contestualità strutturale"


Quale il rapporto fra scrittura e lettura nella cultura gutenberghiana?; o pre-gutenberghiana; o anche nelle esperienze di scrittura elettronica? E dunque: quali elementi della scrittura in quanto scrittura emergono alla luce delle esperienze legate alla cultura elettronica, nella quale tre sono le epoche che si ha modo di confrontare?
Secondo le indicazioni fornite da certa filosofia francese contemporanea, l'evento di scrittura è condizionato da quello di lettura molto più di quanto comunemente non si creda: scrittura e lettura sono legate non semplicemente da un vincolo di susseguenza o di conseguenza, per cui la seconda viene dopo la prima, la seconda vuole la prima quale suo presupposto ma da un vincolo di contestualità strutturale.
Secondo questa teoria la lettura è costitutiva della scrittura in un modo tale per cui nello scrivere si scrive, è inscritto, anche, il poter-leggere, la leggibilità. Vi sarebbero così nell’atto di scrittura come due personalità in una; per cui si può dire anche che la scrittura in quanto tale è iterabile; laddove lo iter (il "nuovamente") di "iterabile" (dal sanscrito itara: "altro") starebbe a significare qualcosa come: prevedere, avendola in sé predisposta, l'alterità, l'elemento sociale dell'altro da sé [1]. Il sociale dunque, ovvero la esteriorità.