I “Mille”
Giuseppe Cesare Abba, scrittore ottocentesco e meglio
risorgimentale, insegnante, infine senatore del Regno, avendovi preso parte
quale patriota, ha posto la propria impronta letteraria (in Da Quarto al Volturno) sulla famosa
impresa dei Mille, che nella sua prima fase salpò dalla costa ligure e giunse a
Marsala nel maggio del 1860.
Lo ha fatto da cronista appassionato, romantico, con una
sequenza diaristica di brani alcuni dei quali di radicale intensità, come
quello del pastore del feudo di Rampagallo che dopo avere atteso per via il
passaggio dei volontari prima della battaglia di Calatafimi, ad essi affidò -
non prima di avere esortato il comandante Carini a puntare decisamente su
Palermo -, allontanandolo da sé e spingendolo come verso un precettore, il
figlio quindicenne, prendendo poi in lacrime la strada di ritorno verso la sua
povera abitazione. Un gesto forse sorprendente perché umano, assai umano; e
direi singolarmente razionale, morale, prima ancora che storico.
Quella eroica, spregiudicata impresa, che consisté, per
chi vi prese parte, anche in un immergersi nel quotidiano e nel sociale del
profondo Sud, fu vissuta dai suoi artefici nella luce di Curtatone e Montanara,
di Sapri, del fantasma di Pisacane: vi sono stati insomma giovani, nella nostra
storia, che per amore della libertà, nell’idoleggiamento di Garibaldi (il
“Dittatore”, il “Generale”, il “Washington d’Italia”, insomma essenzialmente un
mito) e nell’ammirazione per i Bixio, i Taddei o altri comandanti, furono
capaci di non distinguere - forse perché i giovani come si usa dire si credono
immortali - fra la vita e la morte.
Ma dissolte per così dire le nebbie letterarie, pur
preziose per il contributo testimoniale, e tolte le passioni, resta il fatto,
per ciò che dalla narrazione emerge, che a dare primo e decisivo impulso a quell’impresa
furono soprattutto patrioti del Nord, provenienti da Lombardia, Piemonte e
Liguria (ad esempio i “carabinieri genovesi”): alla partenza da Quarto i
siciliani, gruppo di valorosi, si potevano contare in numero non superiore ai
venti.