lunedì 18 febbraio 2013

Amarcord: il telegrafo e il giornale




Il telegrafo, per sua natura, trasforma profondamente l’idea di scrittura e meglio tanto la sconvolge quanto non fa sospettare alcuna trasformazione. Esso storicamente s’insinua nella scrittura, rispetto alla stampa, come qualcosa che è più-che-scrittura; o che comunque non sembra avere nulla a che fare con essa. 
La proposizione, la scrittura, da una parte sono lettere stampate, dall’altra sono notizia, che va subito data, che deve accedere al più presto al sociale, che è quello che essa ritrae, in modo diretto. Venendo per così dire a ridimensionarsi per questo secondo aspetto della cosa l’idea o l’immagine del tempo come tempo cristallizzato in una pagina scritta o stampata, o in lettere dell’alfabeto. E cioè ridimensionandosi il tempo lineare laddove potesse mutare il tipo di scrittura per la sua destinazione, in base cioè allo scopo; e ciò avvenisse a favore di un tempo vivo di scrittura. Ciò che accade col telegrafo è che il tempo è azzerato ed espanso, tenuto quasi in stand-by nello stesso gesto.

martedì 12 febbraio 2013

La "morte" del libro



(riferimenti tratti dall'e-book Crepuscolo dell'uomo di Gutenberg) 


Marshall McLuhan

Ne La galassia Gutenberg, riallacciandosi al pensiero del matematico Whittaker, McLuhan sottolineava il legame fra uno spazio “contenitore neutro”, gassendiano quanto euclideo, o uno spazio anche newtoniano, che in sé stesso continuava ad essere “niente più di una non entità, senza alcuna proprietà eccetto la capacità di essere occupato”, e la scrittura fonetica, legata soprattutto alla stampa ed alla tipografia, con la sua “finzione di omogeneità e di uniforme continuità”.
Quello spazio “vuoto” perché puramente fisico, secondo McLuhan, non avrebbe turbato la cultura della stampa, laddove questa aveva separato “la sua consapevolezza visiva dagli altri sensi”. Ed anzi vi avrebbe trovato una garanzia di perpetuazione, una complicità, con la sua “divisione in settori della conoscenza”, laddove la scienza fosse priva d’influenze “sull’occhio e sul pensiero”.